Da qui in pochi minuti si incontra una tabella che indica il sentiero 703 il quale costeggia l'ampia e bellissima gola del Rio Nero. Il sentiero anticamente era probabilmente utilizzato per raggiungere i boschi più in quota dove venivano tagliati Faggi e Larici e per l'alpeggio del bestiame. Oggi si trova immerso nel Parco Naturale delle Prealpi Giulie e l'attività dell'uomo ha lasciato il posto ad una natura nuovamente selvaggia, con boschi fitti delimitati da profonde e bellissime forre scavate dal Rio Nero e dal Rio Ouzi, che scende dal Monte Cuzzer.
Carta Tabacco
27
Bassa
25 luglio 2004
Prealpi Giulie
C.A.I. 703
loc. Case Oblate - 354 m slm (ampio parcheggio sulla sinistra)
Casera ricovero Rio Nero - 865 m slm
3h 30m salita, 2h discesa (La discesa si effettua sullo stesso percorso dell'andata).
L'escursione in esame, non presenta particolari difficoltà.
Arrivati al parcheggio situato poco prima delle case di Oblase scendiamo sul greto del torrente Resia , il gruppo decide di effettuare il guado, anche per eliminare gli ultimi torpori mattutini, (si consiglia l'uso di scarpette da mare).
Una parte del percorso, essendo un pò esposto (ma comunque comodo), risulta attrezzato con corda metallica e alcuni passaggi panoramici sono corredati con passerelle e balaustre in legno.
Il sentiero si snoda facile e con vari saliscendi, l'unico punto impegnativo si trova dopo l'incontro tra il Rio Nero ed il Rio Ouzi dove diventa più ripido e può presentarsi qualche problema di caduta di pietre.
Superato il canalone, si continua lungo il sentiero scavato nella roccia accompagnati del fragore del torrente. Il paesaggio è di grande suggestione: lo stretto sentiero che corre lungo i fianchi della valle, vecchi e contorti pini che crescono sulle pareti rocciose, profonde gole, cascate scroscianti e verdi pozze d'acqua lungo il corso del rio ne costituiscono i tratti salienti.
Difficoltà
Periodo
Sentieri
Partenza
Arrivo
Percorrenza
Monti
L'intensa erosione dell'acqua ha scavato una profonda incisione determinando la tipica morfologia fluviale di forra.
Si riprende la salita su un ghiaione e, passato un rio secondario, si procede lentamente in un paesaggio totalmente cambiato: alla nuda roccia della prima parte del sentiero si sostituiscono le dense faggete della parte alta della valle.
Il ricovero è ben ristrutturato e ben tenuto; dispone di una quindicina di posti letto (materassi nuovi!) disposti su due stanze molto accoglienti.
Dal ricovero, situato su di un pianoro erboso e delimitato dal bosco, si ha un ampia visuale sulla Cima di Campo e sul Lavera.
Per la sua altitudine non elevata l'escursione risulta fattibile anche nel periodo autunnale.
Andrea, Fabrizio, Franco, Paolo
511 m
Dislivello max
Testi “Fabrix”
Web e fotografie “PaMa”