Testi “Fabrix”
Web e fotografie “PaMa”
Carta Tabacco
19
22 agosto 2004
Alpi Giulie occidentali del Tarvisiano
Versante sloveno - C.A.I. 517
Rifugio Koca na Mangrtu (tornante) - 2037 m slm (Slovenia)
Monte Mangart — 2677 m slm
2h salita, 1h 30m discesa La salita è stata eseguita con due varianti. Una prevedeva la via Ferrata l’altra il sentiero CAI 517.
Difficoltà
Periodo
Sentieri
Partenza
Arrivo
Percorrenza
Monti
Andrea, Andrea B., Fabrizio, Franco, Giorgio, Laura, Marco, Paolo
640 m
Dislivello max
Pag. 1/2
Medio Bassa
Il sentiero prosegue costeggiando verso sud est la montagna con un tratto ghiaioso piuttosto esposto, vi è comunque il cavo come sicurezza, quindi piega decisamente verso ovest prendendo quota e aprendo la visuale allo Jalovec e più indietro il grande Triglav o Tricorno la vetta più alta delle Giulie con i suoi 2864 m slm.
Con l’apertura dei confini tra Italia e Slovenia, raggiungere una delle vette più imponenti e spettacolari delle Alpi Giulie è diventata accessibile a molti; una volta (ma lo si può fare ancora per i più allenati), il Mangart veniva raggiunto partendo dal lago superiore di Fusine con un escursione che poteva durare, solo per la salita, anche quattro ore, ora invece passando il confine a Passo del Predil e percorrendo una carrareccia che porta al rifugio sloveno Koca na Mangrtu (1906 m slm) si raggiunge già una quota piuttosto elevata che consente di dimezzare i tempi.
Il sentiero che si prende sulla destra della strada, percorre la cresta che unisce le Cime Verdi alla Forcella Mangart, per poi proseguire verso la cima con due itinerari differenti.
Il percorso privo di vegetazione consente un’ampia visuale verso sud che in giornate limpide può arrivare fino alla pianura ed addirittura al mare. Per il primo tratto non si presentano particolari difficoltà, sino ad arrivare alla piccola cengia dove arriva la via ferrata italiana, una delle più impegnative ed esposte della regione e che in ogni caso valuterete voi stessi osservando dalla cengia i frequentatori che percorrono l’ultimo tratto. A questo punto si arriva ad un ghiaione dove il gruppo (siamo in otto) si divide: alcuni decidono di provare la ferrata Slovena verso destra , io (in punizione per aver dimenticato semplicemente gli scarponi!!) ed il resto del gruppo, seguiamo la via normale proseguendo a sinistra. Sulla carta Tabacco questo tratto è segnalato come sentiero attrezzato, ed infatti vi è un cavo metallico ma la difficoltà è piuttosto esigua ed il cavo serve solo come passamano in qualche tratto più esposto dove comunque si deve mantenere costante l’attenzione. Superate delle facili rocce si sale di quota e la visuale che si apre verso nord è spettacolare: la valle del Gail la conca di Tarvisio, Fusine con i laghi, innumerevoli vette fino ai Tauri, vale la pena di fare una piccola sosta.
Da qui, con un breve strappo, si raggiunge la vetta del Mangart, dominata dalla grande croce; la vetta è piuttosto ampia nonché affollata di escursionisti (veramente tanti), ma il panorama è mozzafiato: l’intera regione, la Slovenia, l’Austria tutto sembra sotto di noi, la giornata limpida ci fa scorgere l’Istria e il mare in fondo alla pianura, le vette si perdono fino all’orizzonte, insomma da vedere! Per la discesa abbiamo utilizzato il percorso dell’andata.
Via Ferrata Italiana (Forse la prossima stagione …. chissa ?!?)
Il gruppo si divide
Canin
Forcella Mangart
“gruppo” Ponza
Versante Sloveno
Andrea, Marco, Laura