M.TE MATAJUR
Testo di "Fabrix" - Web/Foto "PaMa"

Monti:
Prealpi Giugliei
Partenza:
MonteMaggiore (12 marzo 2006)
Rif. Pelizzo ( 17 aprile 2006)
Carta Tabacco:
41
Arrivo:
Cima M.te Matajur - 1600 m slm
Sentieri:
"Fuori pista"
(max pendenza)
Dislivello max:
820 m
Difficoltà
Bassa
Note percorrenza:
2,5 ore salita - 1,5 ora discesa - (Percorso innevato 12/03/2006)
1 ora salita - 1 ora discesa - (Percorso ad anello 17/04/2006)
Periodo:
12 marzo 2006
17 aprile 2006

Partecipanti:
Laura,, Paolo e Fabrizio

Mappa Matajur






Il Matajur è li, lo si vede dalla pianura, sobrio, eppure particolare, con la sua larga piramide spoglia che si alza sopra i primi rilievi friulani.
E’ li, e proprio per questo a volte viene un po’ lasciato in disparte in favore di cime più “importanti”.










Io invece l’ho sempre visto come una veloce via di “fuga” come è appunto capitato a Paolo e Laura, un pomeriggio, dopo una “ritirata” causa bufera dalla classica escursione programmata al mattino, o come capitato a noi, prima dell’abbuffata di pasquetta, a pochi giorni dalla primavera.










Le differenze tra le due escursioni sono notevoli come notevole è la duplicità della stessa montagna a seconda del clima che ne plasma l’aspetto prima severo, dopo accogliente.



Dicevamo di Paolo e Laura, irritati dalla mancata gita del mattino mi informavano del loro stato d’animo sconsolato all’ora di pranzo,

“…perché non andate sul Matajur?“,

pareva strana la mia proposta per risolvere la giornata,

“...........ma è li....vicino.........”, “....appunto!” ribatto.

E sento Paolo che rimugina indeciso per un po’, poi sentenzia:

”ok .... dai....si va!”.




Pareva strano trovarsi alle 4 del pomeriggio a Montemaggiore per cominciare un’escursione invernale, ma i ragazzi sono “usati” alle novità, quindi, vestizione e su per la strada innevata.















La luce del pomeriggio, anche quella è strana, la neve, le ombre fa tutto diverso e nuovo per dei mattinieri come loro, ma è piacevole e procedono per vedere come và a finire.











Meno piacevole è il forte vento di bora che spazza sopra di loro alzando nuvole di neve che si spostano vorticose oltre il pendio, ma il tempo tiene, il sole si fa spazio tra le nubi anche se non riesce a riscaldare.

Per quello ci pensa la salita, presa diritta dai nostri amici, sulla neve dura come l’asfalto che non si lascia aggrappare neanche dalle racchette da neve e il vento che ti sbilancia.

















Leggo i pensieri di Paolo che un po’ spaesato vede poco sotto di lui i pendii erbosi mentre gli sembra di salire sul Canin, perché è quello che vede alla fine della salita e allora si ferma talmente sorpreso......................









.................................. che quasi si dimentica di Laura che cinquanta metri più in basso decide di averne avuto abbastanza.


“..faccio due foto e arrivo!!” grida Paolo sapendo di mentire.














Il Canin cosi Paolo non l’aveva mai visto, non c’è più freddo o vento o fatica, c’è solo il Canin e il tramonto.




























La “fuga” era riuscita. Questo mi raccontavano Paolo e Laura..................

















Uno splendido CANIN
(12 marzo 2006)




Laura (12 marzo 2006)






























Sulla via di ritorno (12 marzo 2006)














































..................... qualche settimana dopo mentre prendevamo il sole al rifugio Pelizzo, (17 aprile 2006)
i prati che ricominciavano a prendere il sopravvento sulla neve quasi sciolta e il calore del primo sole primaverile, ............
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SEMBRAVA UN'ALTRA MONTAGNA EPPURE ERA SEMPRE IL MATAJUR
































Fabrizio, Laura, Paolo
(17 aprile 2006)